I RELIQUIARI
Ariano Irpino, Cattedrale
Il calice di S. Elziario (ultimo quarto del XIV secolo)
Orafi veneziani
Argento sbalzato, cesellato, dorato; smalto policromo, altezza 23 cm; patena 22,5
Questo calice, dell’ultimo quarto del XIV secolo, viene attribuito dalla tradizione erudita al volere del conte Elziario di Sabran, conte di Ariano dal 1310 al 1326. In effetti, secondo la testimonianza di Scipione De Augustiniis, esistevano almeno tre calici relativi alla Famiglia di Sabran, due fatti proprio da Elziario di Sabran, rispettivamente uno per la Chiesa di Sant’Angelo e realizzare l’altro per la Chiesa di San Pietro alla Guardia, e uno nella cattedrale voluto dal conte Enrico Aldo de Sabran nel 1412, che presentava questa iscrizione: hoc opus fieri fecit henricus aldus de sambrano ariani et apicii comes ad honorem beati elisearii die x iunij v indictione huius regni sicilie marescallus sub anno d. m ccccxii. Tuttavia nessuno di questi può essere identificato con il nostro. Probabilmente la tradizione di un legame con S. Elziario si è trasferita a questo calice dal calice di Enrico Aldo de Sabran. Il calice, tutto in argento dorato, presenta un piede svasato polilobato su cui sono poste sei placche circolari in smalto traslucido su cui sono rappresentate la Crocifissione, due Santi, un Ecce Homo e ai suoi lati la Vergine e l’Evangelista Giovanni dolenti. Nel pomo a bulbo schiacciato, dentro gli alloggi romboidali, vi sono altre sei placchette a smalto, di forma romboidale, che riproducono figure di Santi. Altre diciotto placchette riproducenti degli uccelli, decorano il fusto e il sottocoppa. Sotto il piede sono incisi sull’argento due piccoli marchi, una stella coronata da una croce e una figura nimbata che è identificata con il “leone in moleca” o in maestà, marchio indicativo di una produzione veneziana.
Iscrizioni, stemmi, punzoni: nell’innesto tra piede e fusto: + VE|RBU|M CH|ARU|M : FAC|TUM.