GLI ARGENTI
Ariano Irpino, Cattedrale
L’ostensorio del Vescovo Orso Leone de Leone
(1452, restaurato nel 1761)
Pietro Vannini
Argento sbalzato, cesellato, dorato; smalto policromo;
altezza 81 cm.
Fu commissionato dal vescovo Orso Leone de Leone (1449-1470) a Pietro Vannini, orafo e scultore nato e vissuto ad Ascoli Piceno (1413/1418 – 1495), ma che fu attivo in tutta l’Italia meridionale e il Lazio. Simile al gemello di Bovino, l’ostensorio, in argento dorato, smalto e pietre, riproduce un architettura composta da una base polilobata, rialzata da tre gradini e decorata con sei medaglioni che riportano l’insegna del vescovo Domenico Pulce Doria, e le immagini del Cristo Deposto, il Cristo alla Colonna, l’Addolorata ei Santi Giovanni e Paolo. Dalla base parte un fusto esagonale recante un nodo con sei rombi decorati da paste vitree. Sopra di questo, su una base esagonale, poggiano i due angeli, la teca per contenere l’ostia e le quattro colonnine tortili che sorreggono l’architettura finemente lavorata. La struttura architettonica è decrescente fino alla cuspide terminale, sulla quale vi è una piccola croce. Sul fusto vi è l’iscrizione che cita l’autore Pietro Vannino, conosciuto come Pietro delle Marche, e il committente, il vescovo Orso Leone. Lungo il bordo della teca vi è inciso la data, 1761, del restauro voluto dal vescovo Domenico Saverio Pulce Doria (1754-1777) che vi appose il suo stemma.
Iscrizioni, stemmi, punzoni: iscrizione (in basso, intorno alla base) + URS|US LEO|EP.S A|RIAN|EN M|CCCCLII\ * PETR|US ESC|ULO D|E MAR|CHIE OC| FECITO; sulla teca MON.R PULCE DORIA EPVS. ARIANEN RESTAURAVIT ANNO D.NO 1761. Stemma del vescovo Domenico Saverio Pulce Doria (1754-1777).